L’idea che lo spazio espositivo non sia riducibile allo stand fieristico ci ha portato a diventare specialisti anche dei contesti espostivi permanenti come showroom, negozi, retail ed esercizi commerciali; questi ambienti espositivo/esperienzali devono generare esperienze di visita e fruizione capaci di toccare memoria ed emozioni del visitatore/cliente. La loro natura di esposizioni permanenti rende però centrale il loro rapporto con l’edificio che li racchiude, e che diventa una parte importante dell’equazione progettuale.

Abbiamo raccontato nel nostro articolo sullo Showoom “Who’s Perfect [come si affronta il disallineamento tra caratteristiche strutturali dell’edificio e spazio espositivo/esperienziale; Ma cosa succede quando tra queste caratteristiche c’è l’identità fortissima, quasi imprescindibile di un’opera d’arte architettonica riconosciuta a livello mondiale? La sfida diventa duplice: realizzare spazi che possiedano una propria identità e nel contempo rispettare quella dell’insieme, attraverso un’organicità che sfugga agli opposti errori dell’accondiscendenza e della rottura fine a se stessa. Se poi il committente è a sua volta un’azienda di grandi dimensioni con precise esigenze d’immagine, il cammino si complica ulteriormente.

È quello che abbiamo affrontato in una delle nostre più importanti collaborazioni con l’architetto Franco Driusso. Firma importante dell’architettura italiana, Driusso si misura spesso con progetti ad alta complessità, coinvolgendoci quando capacità di pianificazione e rapidità di reazione sono i determinanti nel dare forma alle sue idee. Parliamo della realizzazione de “La Caffetteria”, spazio ristoro per la sede centrale di Generali che occupa un intero piano della celebre Torre Hadid, a Milano. Ecco il racconto di com’è andata, con le indicazioni che abbiamo tratto da questa esperienza significativa.

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La commessa: uno spazio commerciale / esperienziale nella Torre Hadid

La Torre Hadid è una delle ultime realizzazioni della famosa Archistar Zaha Hadid, ed accoglie a Milano la sede di Banca Generali. Cirfood, la Società Cooperativa Italiana di Ristorazione, è fornitore ufficiale del Gruppo Generali per la ristorazione collettiva e commerciale. All’interno della torre Cirfood, doveva realizzare uno spazio ristoro / eventi aperto sia al personale che ai consulenti esterni, e ha incaricato L’architetto Driusso della progettazione. Lo spazio doveva essere contemporaneamente funzionale, rappresentativo per l’azienda, e coerente al contesto (cosa che per Driusso risultava quasi automatica, vista la stima per l’illustre collega).

Le sfide e la strada percorsa

Inserirsi in un progetto dove esiste uno stile molto riconoscibile può non essere semplice per un professionista. A questo si aggiunge anche il fatto che la richiesta del committente prevedeva la costruzione di uno spazio utilizzabile in più momenti della giornata, con una polifunzionalità che mettesse insieme spazio ristorazione, lounge e aree da impiegare anche per riunioni informali e pranzi di lavoro.

La soluzione progettuale: come coniugare spazio interno ed esterno

Per assicurare una concordanza filologica tra ambiente interno e struttura, Driusso sceglie di partire dalla planimetria dell’ambiente così come pensata dalla Hadid. Idealmente è proprio nella planimetria che si realizza il raccordo tra edificio e spazi interni. È questo il punto di inizio del percorso progettuale di Driusso, che usa il disegno della pianta per pensare ai percorsi naturali di fruizione dello spazio e alla disposizione degli elementi d’arredo. L’obiettivo è tenere conto di come Hadid avesse interpretato la disposizione dei volumi e usare questa interpretazione come perimetro entro cui costruire l’esperienza di visita.

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La planimetria serve anche per ispirare il disegno delle forme stesse degli arredi e delle componenti interne; in questo modo si rafforza ulteriormente il raccordo tra l’esistente e il nuovo, determinando un rapporto corretto tra funzione e forma.

La costruzione dell’identità dello spazio attraverso l’esperienza del visitatore

Per costruire l’identità dell’ambiente, l’idea di Franco Driusso parte dalla necessità di creare un’esperienza di utilizzo che trasmetta benessere al visitatore. In quest’ottica l’organicità e la continuità con uno spazio architettonico di così grande personalità sono imprescindibili, ma Il vero passo per dare identità è giocato sugli elementi di questa esperienza che non toccano il rapporto estetico con l’edificio: in un contesto, quello milanese, di grande sensibilità rispetto ai temi dell’inquinamento urbano e alla compatibilità tra il vivere la città e la salute, La Caffetteria costruisce una piccola isola salutare, anche grazie ad un utilizzo sapiente della tecnologia.

Nella creazione dell’esperienza di visita hanno grande importanza gli spazi di verde interni allo spazio commerciale, ottenuti con la presenza di piante grasse decorative; la loro funzione non è però soltanto d’immagine: la particolare specie di pianta utilizzata possiede radici in grado di filtrare l’aria dal particolato; un sistema computerizzato controllato da una app regola il passaggio dell’aria stessa attraverso le radici, e controlla la sua reimmissione nel circolo dell’ambiente, che rimane così sempre “puro”. A questo si associa l’utilizzo di materiali di rivestimento dotati di nanotecnologia autopulente e auto igienizzante, a testimonianza dell’attenzione per la salute del visitatore in un contesto dedicato sia al consumo di alimenti che a situazioni di intrattenimento.

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Il progetto è il primo spazio interno alla torre ad essere pubblicato su riviste e siti di architettura, che ne mettono in rilievo la correttezza filologica e l’originalità stilistica.

Punto Ciemme: operazioni complesse e risposte rapide

La progettazione di Franco Driusso richiede ovviamente risposte rapide ad operazioni complesse: il progetto ambizioso dell’architetto ha bisogno di un pool di fornitori di alto livello (tra cui grandi nomi dell’arredamento italiano, come Kastel) e di un coordinamento efficiente ed efficace. La collaborazione con Punto Ciemme mette a disposizione di Cirfood e Generali una rete di fornitura agile e consolidata e una metodologia di gestione abituata a confrontarsi con tempistiche ristrette e con la necessità di ridurre gli errori a zero. Serve inoltre una grande familiarità con la ricerca sui nuovi materiali e sulle soluzioni tecnologiche, e, non ultima, abilità di gestione logistica: la posizione urbanistica della Torre Hadid e il respiro del progetto concepito da Driusso rendono il trasferimento dei materiali non sempre agevole.

L’esperienza dei Project Manager di Punto Ciemme diventa cruciale sia nelle attività di coordinamento che nel problem solving che la realizzazione dell’opera per sua natura pone giorno dopo giorno.

Mettere in equilibrio le necessità funzionali di uno spazio e il suo rapporto con l’edificio che lo contiene dà vita ad un percorso di realizzazione articolato e complesso; lo spunto in questa fase è proprio l’esigenza di coordinamento che ne nasce, e il fatto che diventi imprescindibile per il progettista avere al proprio fianco un fornitore affidabile, versatile e fortemente organizzato. Il trasferimento del progetto da idea, a carta e infine ad ambiente può avvenire con successo solo se il coordinamento è efficiente e i flussi di comunicazione sono tempestivi ed efficaci.