Il 28 aprile e il 4 maggio si sono svolte da Punto Ciemme due giornate di formazione dedicate al momento fieristico.
Attraverso l’Open Design Thinking, una metodologia di analisi per comprendere le motivazioni che stanno dietro le scelte delle aziende e dei loro clienti, abbiamo cercato di individuare le criticità e le opportunità del momento fieristico. Abbiamo creato quattro tavoli di discussione per quattro gruppi formati da un nostro cliente, tre consulenti di Punto Ciemme – tecnici e creativi – e uno di Azzurro Digitale, la società di consulenza strategica che ha guidato l’intero percorso.
Le ragioni del focus group
L’Open Design Thinking è un approccio innovativo che aiuta a individuare e risolvere problemi ed esigenze. L’abbiamo messo in pratica in prima persona, mettendo al centro dell’analisi la nostra azienda. Quindi, abbiamo allargato il campo di conoscenza includendo i nostri clienti.
Tra una fase e l’altra: ispirazioni dall’esterno
Abbiamo invitato quattro esperti esterni a parlarci di innovazione e opportunità: Alberto Mason ci ha presentato la comunità di innovazione Unismart; Pier Mattia Avesani di Uqido ci ha raccontato la realtà virtuale e le opportunità che offre; Alberto Paccagnella ci ha parlato di Floome, il progetto sviluppato dalla sua start-up innovativa; infine, Paolo Coin di Verona Fiere ha messo in luce le difficoltà e le opportunità offerte oggi dal mondo fieristico.
La design challenge
Durante la prima giornata, l’obiettivo era scoprire. Con l’aiuto di due schemi o canvas, ogni gruppo ha individuato le criticità del momento fieristico per Punto Ciemme, per il cliente e per il visitatore della fiera. Quindi, ragionando su questi problemi, si è scoperto in che modo i tre attori interagiscono tra di loro e si è arrivati a ideare una serie di proposte. Infine, nella fase di prototipazione, le idee sono state sottoposte a verifica interna al gruppo, che ne ha scelta una da presentare agli altri gruppi come proposta innovativa.
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