STANDing INNOVATION, il magazine online che traccia le nuove tendenze del settore fieristico, ha incontrato Stefano Gandolfi, Trade & Web Marketing Manager di Riello S.p.A.
Stefano Gandolfi, qual è la sua definizione di innovazione?
Per noi – e soprattutto per me – innovare è un concetto diverso da quello di novità. Hai una novità quando inventi qualcosa da zero; innovare invece è partire da ciò che c’è già, da uno storico, e passo dopo passo apportare delle migliorie che possano far sì che quel progetto, attività od oggetto diventino migliori rispetto al punto da cui sei partito. Quello che facciamo noi, giorno dopo giorno, è provare a migliorare: non ci sediamo a un tavolo cercando disperatamente qualcosa di nuovo, perché è difficile, ma lavoriamo su determinati aspetti per provare a migliorarli. Questo è innovare: nulla di strepitoso, ma tutto ciò che ti porta a una miglioria, sia anche una cosa piccola. Capita talvolta che invece di fare una miglioria porto a un peggioramento dello status iniziale: allora non sto facendo innovazione ma regressione. È una cosa che può succedere, perché innovare non è facile: bisogna avere la forma mentis giusta per riuscire a migliorare ciò che si è fatto, per accettare che non è detto che quello che ho fatto il giorno prima sia effettivamente la cosa migliore.
Quale funzione dovrebbe avere oggi un evento fieristico?
In qualità di Responsabile Trade Marketing del gruppo, lavoro quasi quotidianamente nel mondo delle fiere: per noi la fiera è una forma di comunicazione tradizionale. Nel settore della climatizzazione ci sono fiere internazionali e nazionali molto importanti, penso a ISH Francoforte negli anni dispari o alla Mostra Convegno a Milano negli anni pari. Nel nostro settore si è soliti andare in fiera con stand iper dimensionati, con metrature enormi, quasi da automotive, pur dovendo esporre prodotti tendenzialmente un po’ più piccoli. Eppure sta cambiando un po’ il sentire comune, perché il concetto di fiera campionaria non ha più senso, non si va più in fiera per vedere le novità. Forse 10, 15 o 20 anni fa, quando erano molti meno i punti di contatto tra produttore e utilizzatore o target business, la fiera era un momento importante in cui oltre a saldare o rinsaldare delle relazioni interpersonali avevi la possibilità di aggiornarti e di vedere le effettive novità che da lì a poco si sarebbero potute trovare sul mercato. Oggi le novità non vengono più di tanto portate in fiera, e se decidi di andarci vai soprattutto per rinsaldare le tue relazioni commerciali o per crearne di nuove.
Quale potrebbe essere una soluzione innovativa per comunicare in fiera?
In oltre 15 anni di fiere, quello che ho capito è che sei veramente innovativo quando prima definisci il contenuto che vuoi comunicare e dopo scegli il mezzo per comunicarlo. Spesso, per questioni di apparenza, si decide prima il mezzo, si scelgono le più recenti innovazioni tecnologiche – la realtà aumentata, gli ologrammi o altre diavolerie – e poi si decide che cosa comunicare. Io lo trovo triste, perché in realtà non stai comunicando i tuoi valori, non stai parlando della tua storia, ma stai semplicemente mostrando una tecnologia che hai preso in prestito per quattro giorni. Quando decidi che cosa comunicare, quando sei coerente, quando in base a quello che vuoi dire trovi i mezzi giusti per farlo: questa per me è una soluzione innovativa.