STANDing INNOVATION, il magazine online che traccia le nuove tendenze del settore fieristico, ha incontrato Mariacristina Gribaudi, amministratrice unica di Keyline S.p.A., azienda leader nel settore delle macchine per la duplicazione di chiavi.
Qual è la sua definizione di innovazione?
Se penso all’innovazione non posso che pensare ai giovani e alle donne. Sono profondamente convinta che l’innovazione passi solo attraverso l’inserimento in tutte le organizzazioni di giovani e di donne. Di giovani, perché mentre io il futuro lo immagino, loro lo vedono, ce l’hanno davanti e quindi ho bisogno dei giovani al mio fianco. Di donne, perché sono strategiche: nelle organizzazioni le donne hanno la forza del cambiamento, è intrinseco in loro. Questa per me è innovazione.
Quale funzione dovrebbe avere oggi un evento fieristico?
Moltissime. Prima di tutto dobbiamo riuscire a comunicare non un prodotto, ma un’emozione, l’emozione di quel prodotto: se andiamo a vedere tutti gli eventi fieristici – soprattutto nel nostro settore: noi ci occupiamo di chiavi, quindi siamo a contatto coi locksmith nel mondo – ci rendiamo conto di quante cose ancora dobbiamo fare.
Poi naturalmente è molto importante, e questo ce lo spiegano sempre i giovani che sono in azienda da noi, calarci in ogni realtà in cui andiamo a fare un evento fieristico: un evento a Dubai è assolutamente diverso da uno in India o in America o in Cina, perché quello che dobbiamo tenere presente è la cultura del luogo e delle persone con le quali andremo a comunicare.
Quale potrebbe essere una soluzione innovativa per comunicare in fiera?
Prima di tutto studiare l’azienda, rendersi conto di che cosa l’azienda vuole comunicare, qual è l’anima della fabbrica. Possiamo anche mettere una duplicatrice su un piano in una fiera, ma poi che tipo di emozione diamo al cliente? Quindi è importantissimo che tutte le persone del marketing, interne o esterne, entrino all’interno delle fabbriche, vengano coinvolte, capiscano qual è il messaggio, proprio perché ci rendiamo conto che non vediamo più un prodotto, ma un’emozione. Certamente il prodotto deve funzionare, ma quell’oggetto deve anche diventare parte dei negozi dei nostri locksmith.
Bisogna quindi, a mio avviso, calarsi molto di più all’interno delle fabbriche, capire l’anima dell’azienda, perché solo così riusciremo a esternare il messaggio che vogliamo mandare.